ArtDate
CRONO E UNA MITOLOGIA DEL PRESENTE
a cura di Stefania Brunelli in occasione del Festival di Arte Aontemporanea ArtDate
dal 16 novembre 2024 all'11 gennaio 2025
inaugurazione sabato 16 novembre 2024 | ore 15.00 - 19.00
Studio Vanna Casati, via Borgo Palazzo 42 - Bergamo
Italo Chiodi, Camilla Marinoni, Sabina Sala, Fulvio Tommasi
Alle origini era il Chaos, la grande voragine spalancata, senza inizio e senza fondo. Un “buco nero” cosmogonico contenente il tutto, un luogo di vertigine confuso in un’unica notte indistinta.
Poi vennero Urano, Crono, Zeus, che sull’altare della loro grandezza non esitarono a sacrificare e a divorare i loro figli. Dal mito alla storia, l’impulso a “divorare”, in senso letterale, metaforico, filosofico, psicanalitico … ha conosciuto infinite e polimorfe declinazioni.
Sulla scena visiva contemporanea, già nel 1960 Piero Manzoni dimostrava con una performance che l’Arte non restava che “divorarla”: le sue centocinquanta uova autenticate con impronta originale dell’artista furono consumate, metabolizzate e digerite dagli spettatori come parte integrante di un happening in cui l’opera veniva data letteralmente in pasto al pubblico.
Quattro artisti del nostro tempo si cimentano, ancora una volta, su questo tema che ha perduto nel sentire presente le sue valenze cosmiche e ha assunto risvolti sempre più antropologici, connessi all’impatto dell’individuo sul suo intorno affettivo, sociale, ambientale.
E lo fanno dando forma con materiali poveri ai meccanismi atavici di sopraffazione, incorporazione, annientamento, trasformazione, ma anche modellando le dinamiche virtuose della cura, fatte di gesti semplici e “inutili” rubati al Tempo, il grande “divoratore” delle antiche teogonie, ma di fatto lo stesso “devouring Time” di William Shakespeare. Sono gesti pazienti, appunto, come disegnare, cucire, trapungere o ricomporre la forma di un puzzle.
Si assiste così, nei disegni e nelle superfici specchianti di Italo Chiodi, al consumarsi della legna nel fuoco attraverso la pratica tradizionale del poiat, la catasta di legna che i boscaioli accudivano giorno e notte come mitici guardiani perché si tramutasse senza spegnersi in prezioso carbone. Sullo sfondo, il cielo stellato vibrante di luce propria richiama la primigenia origine del fuoco, rubato da Prometeo che lo donò agli umani.
Artista multiforme, Sabina Sala costruisce la sua immagine del Tempo affidandosi all’idea del filo che congiunge, imbastisce, intreccia storie e memorie. La fibra di cotone si fa merletto ma si trasforma anche tessuto connettivo metaforico, trait-d’union spirituale e mentale che fissa le impronte del nostro passaggio: così, la matita dell’artista registra sul foglio, con scrupolosa ostinazione, i gesti della cura che - in riferimento ai miti delle origini – la dea Rea usò per salvare il figlio Zeus dal “divorante” padre Crono.
Di tono più ludico e surreale, le entità sulfuree e fameliche di Fulvio Tomasi attestano la propria volontà di predominio sotto forma di calligrafiche personificazioni: tragicomiche vittime sono divorate da insospettabili tarli o dalla sfrontata sete di potere di ammiccanti carnefici, in una gustosa e irriverente messinscena dell’umano.
Camilla Marinoni propone invece i suoi “strange foreign bodies”, viluppi di stoffe anatomicamente riassemblate in un’ipotesi di ricostruzione figurale di sembianze antropomorfe. Si tratta di tessuti imbottiti, con inserimento di elementi in ceramica, che indagano le possibilità espressive di materiali atipici per raccontare la fragilità del corpo, esposto a traumi e lacerazioni, oggi come ai tempi oscuri dei primordi. Sono opere di intensità viscerale, di sapore irriverente e di risonanza profondamente psicanalitica.
Stefania Burnelli
Titolo: Crono e una mitologia del presente
Artisti/e: Italo Chiodi, Camilla Marinoni, Sabina Sala, Fulvio Tommasi
A cura di Stefania Burnelli
Inaugurazione: sabato 16 novembre 2024, ore 15.00-19.00
Sede: Studio Vanna Casati, via Borgo Palazzo 42, Bergamo
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